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Le orogranata si apprestano alla quarta sfida contro Schio tentando di non dover ricorrere a una “bella” irta di insidie nella quale il fattore campo – senza peraltro il sostegno del proprio pubblico – potrebbe non incidere come di norma accade.
Quella di martedì è stata una gara con due profili completamente opposti dato che per tre quarti l’Umana ha sofferto l’aggressività di una Famila dalle percentuali al tiro “siderali” e capace di irretire in difesa le torri veneziane e non solo. Dopo aver raggiunto il massimo parziale negativo sul 63 a 43, le lagunari trascinate da Natasha Howard , sino a quel momento imbrigliata nelle maglie difensive avversarie, dall’immenso orgoglio di Francesca Pan e da una “stratosferica” Beatrice Attura, autrice della sua miglior prestazione stagionale, non si sono arrese riuscendo, anzi, a invertire l’inerzia del match e arrivando a una sola incollatura di distacco. Questa espressione di energia e di “garra” fanno ovviamente ben sperare per il prossimo confronto anche se sarà indispensabile limitare, per quanto possibile, la pericolosità di Sandrine Gruda, autentica “mattatrice” di Gara 3, senza perdere di vista le altre “bocche da fuoco” scledensi, Mestdagh, Cinili e Sottana “in primis” che hanno confermato di poter essere determinanti in qualsiasi momento.
La nota positiva, a prescindere dal risultato avverso, è rappresentata proprio dalla capacità di risollevarsi, come vere “leonesse”, anche in condizioni estreme, confermando come nulla sia precluso o compromesso a patto che, sin dalla palla a due iniziale, si accantonino vecchi timori in virtù della compattezza fisica, tecnica ed emotiva sin qui dimostrata.
(s.v.)